Casanova, il quartiere ecosostenibile, il quartiere
modello della città di Bolzano. Oggi mi è tornato in mente il film
"Caro Diario" di Nanni Moretti. Spinaceto a Roma e Casanova a Bolzano. Così ho preso la
bicicletta ed ho fatto un giro in questo nuovo quartiere, per vedere che effetto mi
fa. Tutto è nuovo e molto ordinato. I giardini sono molto curati,
c'è un parco gioco per bambini, con una scultura-gioco a forma di
elefante. L'architettura "a castello" crea delle corti
interne agli edifici, dove si intravedono i gerani sui balconi.
All'esterno il profilo dei fabbricati è molto lineare, ci sono solo
finestre, senza sporgenze, senza balconi e senza fiori. Quasi tutte
le finestre sono chiuse. Non capisco se sono chiuse perchè i
proprietari sono in vacanza o al lavoro, o se sono chiuse perchè c'è
il riciclo d'aria interno. Sono case clima all'ennesima potenza,
dove non occorre aprire le finestre, per cambiare l'aria. I vialetti
sono puliti, le poche macchine sono parcheggiate negli spazi
appositi o sono chiuse nei garage interrati. I marciapiedi sono in
ordine, senza deiezioni di cani, c'è poco traffico e si potrebbe
tentare anche una partita a palla-strada. Peccato che si vedano
proprio poche persone in giro. Fermo un abitante, una giovane signora di
circa trent'anni. Le chiedo dove dovrebbe venire la piazza, quella
dove è prevista l'installazione di una copia di alluminio della
statua di Walther von der Vogelweide. Mi indica un giardinetto, tra
un edificio delle Cooperative di lingua tedesca e uno di lingua
italiana. Le chiedo se è sicura, visto che dalla parte opposta, c'è
un più ampio spazio con la terra mossa e dell'erba cresciuta
qua e là: si vede che lì devono ancora fare qualcosa, forse
spianano tutto e fanno una bella piazza, con un centro servizi
forse, un consultorio magari e chissà, un centro giovanile o un
ambulatorio. Macchè! Lì pare che costruiscano un altro lotto,
perchè c'è bisogno di abitazioni, dice la signora, che è
molto gentile. Scambiamo ancora due chiacchiere: ha un bimbo piccolo,
è un paradiso per lui, non c'è traffico, si può andare in bici
ovunque. Si, forse non è poi così male. Eppure non trovo una
piazza. Non c'è neppure un bar, quello si trova con il supermercato in piazza Anne Frank, nel
quartiere vicino, dove comunque molti servizi non ci sono mai stati,
perché erano a Don Bosco, che era il quartiere a sua volta ... vicino.
Casanova: Circa 3000/3500 persone.
Edilizia agevolata, case popolari e ceto medio. Torno verso casa. Mi
sono fatta l'idea che non basterà mettere una copia del Walther di
alluminio, anche se rigorosamente riciclato e ecosostenibile per fare
la piazza, a Casanova. I bambini poi crescono: lo scivolo e il gioco-elefante non bastano più. Il rischio è che anche i problemi sociali, la
solitudine, l'adolescenza o la vecchiaia, tutto insomma, a Casanova,
rimanga chiuso all'interno delle corti, dietro i Wintergarten, dietro
i tripli vetri, dove non si sente neppure il rumore del treno. D'altronde i castelli servono a quello, a chiudersi dentro.
Nessun commento:
Posta un commento