mercoledì 22 agosto 2012

Viaggio a CASANOVA: aprite quelle finestre!


Casanova, il quartiere ecosostenibile, il quartiere modello della città di Bolzano. Oggi mi è tornato in mente il film "Caro Diario" di Nanni Moretti. Spinaceto a Roma e Casanova a Bolzano. Così ho preso la bicicletta ed ho fatto un giro in questo nuovo quartiere, per vedere che effetto mi fa. Tutto è nuovo e molto ordinato. I giardini sono molto curati, c'è un parco gioco per bambini, con una scultura-gioco a forma di elefante. L'architettura "a castello" crea delle corti interne agli edifici, dove si intravedono i gerani sui balconi. All'esterno il profilo dei fabbricati è molto lineare, ci sono solo finestre, senza sporgenze, senza balconi e senza fiori. Quasi tutte le finestre sono chiuse. Non capisco se sono chiuse perchè i proprietari sono in vacanza o al lavoro, o se sono chiuse perchè c'è il riciclo d'aria interno. Sono case clima all'ennesima potenza, dove non occorre aprire le finestre, per cambiare l'aria. I vialetti sono puliti, le poche macchine sono  parcheggiate negli spazi appositi o sono chiuse nei garage interrati. I marciapiedi sono in ordine, senza deiezioni di cani, c'è poco traffico e si potrebbe tentare anche una partita a palla-strada. Peccato che si vedano proprio poche persone in giro. Fermo un abitante, una giovane signora di circa trent'anni. Le chiedo dove dovrebbe venire la piazza, quella dove è prevista l'installazione di una copia di alluminio della statua di Walther von der Vogelweide. Mi indica un giardinetto, tra un edificio delle Cooperative di lingua tedesca e uno di lingua italiana. Le chiedo se è sicura, visto che dalla parte opposta, c'è un più ampio spazio con la terra mossa e dell'erba cresciuta qua e là: si vede che lì devono ancora fare qualcosa, forse spianano tutto e fanno una bella piazza, con un centro servizi  forse, un consultorio magari e chissà, un centro giovanile o un ambulatorio. Macchè! Lì pare che costruiscano un altro lotto, perchè c'è bisogno di abitazioni, dice la signora, che è molto gentile. Scambiamo ancora due chiacchiere: ha un bimbo piccolo, è un paradiso per lui, non c'è traffico, si può andare in bici ovunque. Si, forse non è poi così male. Eppure non trovo una piazza. Non c'è neppure un bar, quello si trova con il supermercato in piazza Anne Frank, nel quartiere vicino, dove comunque molti servizi non ci sono mai stati, perché erano a Don Bosco, che era il quartiere a sua volta ... vicino. 
Casanova: Circa 3000/3500 persone. Edilizia agevolata, case popolari e ceto medio. Torno verso casa. Mi sono fatta l'idea che non basterà mettere una copia del Walther di alluminio, anche se rigorosamente riciclato e ecosostenibile per fare la piazza, a Casanova. I bambini poi crescono: lo scivolo e il gioco-elefante non bastano più. Il rischio è che anche i problemi sociali, la solitudine, l'adolescenza o la vecchiaia, tutto insomma, a Casanova, rimanga chiuso all'interno delle corti, dietro i Wintergarten, dietro i tripli vetri, dove non si sente neppure il rumore del treno. D'altronde i castelli servono a quello, a chiudersi dentro.


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