venerdì 24 agosto 2012

A TU PER TU CON LA MORTE - Intervista a Mortecattiva



Eva si è stufata dei testi "buonini" e "politically correct". Ed allora si è incamminata un po' sul web, alla ricerca di quelli che i testi li fanno "brutti, sporchi e cattivi". E così si è imbattuta in Mortecattiva, rapper trentino, poeta maledetto dalle rime "sboccate". I suoi testi sono dei veri pugni allo stomaco, crudi e provocatori; eppure Mortecattiva colpisce per la sua forza narrativa, la capacità di restituire, con l'insieme musica-testo, immagini di autentica, moderna, sofferente alienazione.
Eva è andata per voi incontro alla Morte, ed è tornata con queste risposte. 

I tuoi pezzi hanno una forte componente narrativa, sono degli episodi raccontati in prima persona, una forma che aumenta la drammaticità del testo, facendola assurgere a testimonianza. Quanto c'è di autobiografico nei tuoi testi e quanto invece è pura “finzione narrativa”?

I miei testi non sono mai autobiografici. Generalmente utilizzo due modalità differenti per la scrittura delle canzoni: la prima consiste nell'esagerazione di un'idea, nell'ingrandirla fino a farla diventare il fondamento del pensiero del personaggio narrante. E' il passo che porta dall'essere infastidito perché un bambino piange al diventare Erode, per intenderci. Anzi no, a dire il vero un mondo senza bambini sarebbe effettivamente migliore. Ok, quando parlo male dei bambini si tratta di testi autobiografici, negli altri casi no. Anche il passaggio dal "Trento si riappacifica con la comunità ebraica" all'invasione di negozi Compro Oro in effetti però ha senso. Vabbè. Diciamo che sto tentando di trovare giustificazioni per i miei testi in modo da non venire picchiato da qualcuno. Il secondo metodo di scrittura è fortemente incentrato sulla vagina e sulle scorregge. Lo utilizzo quando voglio fare una canzone e non ho nulla di cui parlare: ho un'agendina sulla quale scrivo idee da riciclare in futuro e,quando è il momento di scrivere metto l'agendina da un lato, il rimario di Virgilio al pc e via. Ci tengo molto a sottolineare il fatto che utilizzo un rimario, non vorrei mai che mi si attribuisse qualche talento nella scrittura.

Nel tuo sito http://www.aggettivo7.com/ è possibile scaricare gratuitamente tutti i tuoi album, che non sono coperti da copyright, come sta scritto in fondo alla pagina web. Perché è sempre più solo Internet il canale di diffusione della musica?

Per gli altri non ne ho idea, per me è semplicemente una questione di pigrizia. Non mi interessa diventare un musicista, pertanto non spedisco demo a produttori o case discografiche (non so neanche dove vanno spediti i demo in realtà, ai produttori o alle case? Vabbè) e non mi promuovo. Ogni volta che faccio qualcosa di nuovo lo posto sulla mia pagina di facebook e su quella delle tre o quattro persone che so per certo che apprezzeranno, e poi sul forum di Shhh per farmi insultare. Tempo richiesto per l'operazione? Dieci minuti. In pratica la procedura di promozione è più veloce di quella per esportare il video.

Nell'ambiente musicale trentino, è stato spesso sollevato il problema della mancanza di spazi per concerti dal vivo. Molti musicisti si sbattono da una valle all'altra per suonare nei pub o nei pochi locali autorizzati a ospitare concerti. Dalle informazioni che ho avuto, la tua scelta è quella di NON fare performance dal vivo. Ci puoi spiegare perché?

Semplice: mi vergogno. Generalmente quando accetto di far concerti è perché mi viene chiesto in un momento in cui non riesco a rifiutare, solitamente quando sono ubriaco. Poi non ci penso più e mi ritrovo due giorni prima del concerto a sperare che tutto salti. Non so neanche come descrivere la felicità che ho provato quando, al festival delle Faloppe, il cavo per mandare le strumentali si è rotto e non ho potuto suonare. Gulag un po' meno perché era venuto da Milano apposta però so che l'aria di Trento ha fatto bene alla sua asma. Inoltre accetto di suonare solo se il concerto si tiene in un posto che mi permetta di tornare a casa la sera stessa, perché sono vecchio e nerd, non riesco a dormire fuori sapendo che ho a casa WoW che mi aspetta. E poi non ho mai il coraggio di farmi pagare quindi se faccio trasferte fuori città chiudo sempre in passivo.

Parliamo del tuo ultimo lavoro “Straight Outta Coredo”. In molti pezzi racconti di disagio, di problemi di convivenza con i genitori, di drammatiche lettere tra padre e figlio, di alcool e difficoltà nei rapporti con il sesso femminile, di solitudine. Trento è sempre ai primi posti nella classifica della qualità della vita. E' solo una bella cartolina che ci vendono e in realtà il disagio c'è ed è proprio di una generazione a cui tu dai voce?

Ma và, Trento va benissimo. C'è poco da fare ma non ha importanza, man mano che si invecchia si perde interesse in queste cose. Credo che non uscirei molto di casa neppure se ci fossero locali carini. D'altra parte uscirei di più se il Maracaibo passasse di moda. A me Trentopiace, vado dal punto A al punto B in pochi minuti. Le tematiche nel disco sono frutto del processo di cui alla risposta numero uno. Non so nulla di genitori che abbandonano i figli, avranno pure i loro buoni motivi, suvvia. Che non venga fuori che mi faccio portavoce di qualcuno, porca vacca, fare musica è un passatempo, mi serve per avere qualcosa da ascoltare mentre vado a lavorare.

Nell'ultimo lavoro, come in quelli precedenti, ci sono delle interessanti collaborazioni con altri musicisti, Felix Lalù, Johnny Mox e altri. Sei tu che le proponi e come nascono i pezzi a quattro, sei mani?

Il tutto consiste nel fare la strumentale, registrare la mia parte, mandarla alla persona in questione e poi passare settimane a rompergli i coglioni per costringerlo a registrarci sopra. Con qualcuno è più facile, con altri più difficile. Johnny Mox ho tentato di farlo cantare in ogni disco che ho fatto, infatti ero in lacrime quando ci sono riuscito. Mi sono rannicchiato nudo nella doccia a piangere con l'acqua che mi scorreva addosso, come le donne stuprate. Poi alla fine le collaborazioni sono sempre con le stesse persone, sono i miei patatini del cuore. Non riesco a togliere la correzione automatica da sto coso, quindi se ci sono parole strambe non è colpa mia. Chiusa parentesi. Anzi gradirei cogliere l'occasione per ricordare a Gulag e Paro che si devono dare una mossa visto che mancano solo le loro due strofe per far uscire il disco nuovo.

Domanda di rito da fare ad un artista: un rapper crea prima il testo e poi la musica o viceversa? Come nasce la prima rima e come registri i tuoi pezzi?

Generalmente le due cose nascono separatamente. Quando sono ispirato nella scrittura scrivo, quando sono musicale musico. Quindi puo' darsi che mi trovi con dieci strumentali e zero testi oppure con dieci testi e zero strumentali. Quando finalmente arrivo ad avere dieci testi e dieci strumentali unisco le due cose, un po' a caso. L'unica cosa che scrivo effettivamente utilizzando la strumentale sono i ritornelli, quando sono vagamente cantati almeno. Nel disco nuovo ho scritto tutto un testo usando la strumentale come riferimento, ma perché ha un tempo strambo e quindi bla bla.

Come è nata l'idea del video di Kali Tragus, con chi lo hai girato e quali difficoltà hai incontrato per realizzarlo?

Il 99% dei video sono farina del sacco di Ioghi (Simona), lei ha l'idea, filma il tutto, monta il tutto. Per Kali Tragus, che è il pezzo foreveralone.jpg del disco eravamo semplicemente da me coi postumi del giorno prima e abbiamo fatto una piccola lista di episodi di infinita tristezza, tipo il gatto che se ne va via mentre lo accarezzi, o l'avere accendini scarichi. Quei problemi atroci che spesso portano la gente al suicidio insomma. Difficoltà nel realizzarlo direi nessuna, visto che fa tutto Simona. Ecco, spalmarsi la cipolla negli occhi per piangere non è stato piacevolissimo però dai. Ci tengo a sottolineare che la scena della corsa impacciata è stata fatta apposta così, io in realtà trasudo atleticità da ogni muscolo del mio corpo, ho volutamente eliminato l'eleganza che mi è propria dall'atto della corsa per non far sentire a disagio voi sgraziati quadrupedi.

Nei tuoi pezzi ricorre più volte il concetto di masturbazione. Oltre a questo, hai altri hobbies?

Oltre a masturbarmi scrivo canzoni. Questi due passatempi occupano il 10% del mio tempo libero che è, per il resto, interamente votato a World of Warcraft. Prima che finiscano le ferie voglio riuscire a portare all'85 tutti i miei pg. Gustele è già all'83 quindi ci siamo, però purtroppo Everhard è ancora al 65 quindi sarà meglio tagliare corto con le risposte.

 Hai già in mente un nuovo progetto? Puoi darci qualche anticipazione?

Il disco nuovo si chiama Maledetta Primavera perché in ogni canzone ho utilizzato campioni di brani di donne in menopausa o comunque morte -e Piero Ciampi ma vabbè. E' già finito a parte le strofe di Gulag e Paro (sbrigatevi cani maledetti), e sulla copertina c'è il mio pene. In realtà le strumentali sono per un altro disco che faccio con una tizia americana e non le ho detto che mentre aspettavo che scrivesse i testi ci ho fatto un disco per gli affari miei. Ragion per cui non appena uscirà invece che pubblicare la cosa sul mio facebook e su quello delle quattro persone di cui sopra, lo pubblicherò solo su quello degli altri, e la tizia americana resterà nell'ignoranza. Poi, non appena finiremo il disco assieme, le farò sentire il mio fingendo di averlo fatto successivamente al suo. Sono un genio del male. A parte questo sto facendo strumentali nuove ma è un po' un dito in culo perché ho cambiato il programma che utilizzo quindi sto tentando di reimbarcare un po' di cose. Ma guarda, r.e.i.m.p.a.r.a.r.e me lo cambia in reimbarcare. E' proprio vero che il mac è per gay, usa il gergo dei marinai.

"Mi arresi quando appresi che i successi attesi non sarebbero arrivati e domani è uguale a ieri (...) Sono un figo perchè scrivo in terzine come Alighieri"






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